Enoturismo in Italia, motore per l’export?

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Presentato a Roma Enoturismo 4.0: finalmente un manuale aggiornato e contemporaneo sul turismo del vino italiano.

L’enoturismo in Italia è un importante asset del settore vinicolo ma il settore si regge ancora su piccole cantine con accoglienza famigliare, una wine hospitality affidata per lo più alle donne, e una difficoltà nel trovare personale formato.

Su questi punti di partenza è iniziata a Roma, il 6 marzo 2024, la presentazione del libro “Enoturismo 4.0”, un necessario lavoro a quattro mani di Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini con il contributo di diverse realtà importantissime nel panorama culturale del vino: l’associazione Nazionale Le Donne del Vino, di cui proprio Cinelli Colombini è stata presidente nazionale per alcuni recenti mandati, il Movimento Turismo del Vino, Città del Vino e Nomisma Wine Monitor.

Enoturismo e Export sono una coppia felice

L’enoturismo può rappresentare un’ancora di salvezza per la wine industry e, in particolare, per l’export? Dalle pagine di Wine News, già qualche tempo fa, era stato riportato il caso spagnolo della Rioja che avrebbe attirato quasi 750mila visitatori nel 2022, con un impatto economico di 155 milioni di euro e proiezioni di 800mila turisti in visita a oltre 600 aziende vinicole del Paese nel 2023.

Secondo Jose Luis Benitez, direttore generale Federazione Spagnola del Vino (Fev), promuovere l’enoturismo è fondamentale, soprattutto adesso, che c’è bisogno di sostenere maggiori sforzi di marketing, in particolare all’estero, per mostrare le diverse peculiarità del vino spagnolo e le esperienze uniche offerte dalle cantine che possono fungere da attrattore, anche verso nuove audience di visitatori.

Oggi, però, anche in Spagna la quota maggiore di enoturisti è interna, una enorme possibilità quindi per lavorare su attività, eventi, esperienze e nuove proposte capaci di attirare un pubblico internazionale.

Cosa ci vuole? Ce lo racconta bene il libro che stiamo per presentare.

Di cosa parla il libro Enoturismo 4.0?

Il manuale è la più larga e documentata analisi delle destinazioni del vino italiane, cioè città e cantine, che sono state indagate da Nomisma Wine Monitor su un partecipato campione di 145 comuni e 265 imprese.

Oltre ai dati statistici e al commento sulla fotografia delle dinamiche di settore, il volume Enoturismo 4.0 contiene una sorta di manuale d’uso per gli uffici turistici delle Città del Vino e per le cantine aperte al pubblico.

Il focus, spiegato in queste sezioni da Donatella Cinelli Colombini, è sul significato e il funzionamento del wine club e sui vantaggi di un uso coordinato dei social network e della tecnologia per ampliare i follower che ne rappresentano il principale bacino di utenza, così come per l’e-commerce proprietario. Un set di preziose linee guida per chi desidera ampliare la propria visione di business da chi sperimenta sul campo le novità sulla wine hospitality.

I dati nel libro: quante sono le aziende enoturistiche in Italia?

Le aziende in grado di ospitare una richiesta di enoturismo in italia sono principalmente di piccole dimensioni, con il 48% che non supera i 500mila euro di fatturato annuo. Mediamente impiegano 15 dipendenti, di cui 3 sono coinvolti nell’ospitalità enoturistica. Interessante notare che il 73% dei servizi di ospitalità è gestito da donne, anche se la direzione aziendale è prevalentemente maschile (55%).

L’offerta enoturistica ha bisogno di innovazione

A fronte di una qualificazione strutturale dell’offerta enoturistica sono stati evidenziati alcuni problemi quali la ripetitività delle proposte che nel 96% dei casi declinano la visita guidata ai locali di produzione con piccola degustazione finale.

Un’offerta che non regge la concorrenza con altre attività di stesso stampo (turismo gastronomico, naturalistico) e che avrebbe bisogno di idee e svecchiamento. Per farlo non serve una fantasia sfrenata: basti pensare che il sabato e la domenica la metà delle cantine sono chiuse e quindi non disponibili ad accogliere flussi turistici.

Le principali offerte enoturistiche raccolte da Nomisma WineMonitor

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Wine, Benessere e Relax? Perché no

Il 64% delle cantine ha un’area verde per il relax ma c’è anche chi ha strutture per il benessere naturale come massaggi e vinoterapia. Un’opportunità in più di raccogliere un pubblico che ama il wellness e spendere tempo in una Spa.

Sotto il segno dell’intrattenimento col calice pieno

Moltissime cantine (64%) propongono ai visitatori attività di intrattenimento per adulti mentre sono scarse le animazioni per bambini (6%). Un elemento chiave che potrebbe invece incentivare l’enoturismo delle famiglie con figli, un’enorme fetta di popolazione.

Offerta gastronomica: ci vuole sempre

L’accelerazione dopo il 2015 è stata fortissima sul versante dell’offerta gastronomica tanto che ora il 72% delle cantine è in grado di accompagnare i propri vini con dei cibi anche se la ristorazione vera e propria è presente solo nel 26% dei casi.

Oltre la metà delle imprese ha un’area esterna attrezzata che piace enormemente ai turisti del vino soprattutto se è panoramica.

Teatro, musica, spettacolo… e vino

Quasi la metà delle imprese propone ai propri visitatori anche di andare a eventi o attrattive culturali nei dintorni. Il 43% organizza mostre, concerti o eventi culturali in proprio e il 38% propone visite guidate di tipo storico o artistico. Poi c’è un 20% che ha una propria infrastruttura museale o didattica.

Attività sportive in cantina

C’è chi ha creato itinerari di trekking (44%), in bici (35%), o a cavallo (13%), chi fa Jogging in vigna (18%) e chi ha la piscina (14%), un arricchimento dell’offerta che può aiutare ad ampliare il pubblico e a creare nuova spinta attrattiva.

Lezioni in cantina per il 70% delle cantine

Quando il soggetto è il vino si possono coniugare con esso tante valenze come la didattica. Degustazioni, appuntamenti a tema, i corsi di cucina e vere e proprie lezioni in cantina, come quelle che organizziamo anche noi di Wine Pro Academy. Tutte queste esperienze hanno avuto incrementi superiori al 30% dopo il 2015.

Ricettività e hospitality

Già nel 2022 nella proposta “vigneti” del motore Airbnb, l’Italia si è piazzata seconda in Europa dopo la Spagna e le prenotazioni dei posti letto con “vista vigna” della Toscana hanno spinto questa regione al terzo posto assoluto.

In realtà, nonostante la bella lezione data da queste statistiche, non c’è stato un grosso aumento dell’offerta in tal senso. Le imprese del vino che offrono pernottamento sono poco più di tre su dieci.

Il problema principale è la formazione del personale

Ancora una volta è la formazione il nodo cruciale del problema, e noi lo sappiamo bene. Con l’export non si scherza e neppure – a quanto pare – con l’enoturismo.

Il principale problema, secondo quanto riportato dai relatori, sarebbe la difficoltà delle cantine italiane nel trovare personale qualificato. Le figure professionali più richieste includono guide per degustazioni, sommelier e personale in grado di parlare più lingue. Come ripetiamo sempre: la formazione è fondamentale per migliorare le performance dei servizi di wine hospitality e soddisfare le esigenze dei visitatori.


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